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Mid-Term Elections 2006, Commenti vari e di diverso genere

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aragorn88
icon11  view post Posted on 19/11/2006, 11:13




«Ho visto cadere giù gli asini come la folgore».
La strana “vittoria” dell’asino travestito da elefante.
Commento alle Mid-Term Elections

Di Vandeano2005

Chi non ha l’urgenza di informare subito un pubblico più o meno grande su avvenimenti di rilievo; chi desidera riflettere sulle dinamiche della realtà postmoderna senza cadere in letture superficiali quanto frettolose; chi va oltre la mistificazione operata dai media compiacenti il pensiero dominante di stampo nichilista, massificante e deresponsabilizzante; tutti coloro insomma che vogliono capirci di più e meglio rispetto all’usuale beverone, propinatoci dai mezzi di comunicazione, che invece cercano d’indottrinare le masse, privandole della loro dignità di popolo; occorre che facciano trascorrere un congruo periodo di tempo, facciano sedimentare certi fenomeni e poi presentino un’analisi quanto più seria e verosimile possibile degli avvenimenti occorsi.
E’ ciò che ci proponiamo noi in questa sede a proposito delle elezioni di medio termine USA dello scorso 7 novembre. Ovviamente, data la natura del nostro blog, la prospettiva d’analisi sarà quella controrivoluzionaria e tradizionalista, scevra da ogni ottusità ideologia o peggio partitica, ma consapevole della vicinanza tra certe forze politiche statunitensi e la causa conservatrice e controrivoluzionaria.
Abbiamo scelto, inoltre, di non stancare il nostro lettore con dati numerici e meramente statistici, ma di affrontare le varie questioni sul tappeto a partire dalle proditorie mistificazioni che il cittadino italiano ha subìto nell’immediato dopo-elezioni. In altre parole, partiremo da alcuni luoghi comuni che molti nostri amici in Italia si sono sentiti offrire come verità indiscutibili, ma che, invece, non rispondono al vero. Per niente!!!!!
Partiamo per il nostro viaggio….

I Democratici hanno vinto le elezioni? No!!!! Il presidente Bush e il GOP hanno concesso loro la vittoria!!!!!

Un prima bufala clamorosa che gli italiani si sono sentiti dire è che il partito dell’Asinello abbia vinto tranquillamente le elezioni, assumendo il controllo del Congresso.
Occorre, anzitutto, dire che i Democrats sono avanzati in termini elettorali per le ragioni che spiegheremo più avanti. Ma onestà vorrebbe che, soprattutto al Senato USA, ma anche alla Camera bassa in qualche caso, si sono verificati moltissimi episodi di scorrettezze per non dire di brogli di ampie proporzioni in Stati chiave come l’Ohio, il Montana, la Pennsylvania, la Virginia, etc…ossia in luoghi che decidevano del controllo di almeno un ramo del Congresso. A questo punto sia il presidente Bush che i vari candidati del GOP hanno rinunciato al riconteggio, dimostrando grandezza politica, amore per la Patria americana e senso di responsabilità politica, a differenza di Al Gore & C. che nel 2000 hanno bloccato la Nazione di potente del mondo per meri calcoli di bottega. E di ciò gli elettori americani se ne ricorderanno.

L’Asino travestito da elefante.

Un’altra fola che l’intellighenzia della gauche italiana ha diffuso è che i Democratici hanno riconquistato tout court il voto dell’America profonda. A parte che le proporzioni adombrate dai media nostrani non sono quelle reali, occorre capire la vera ragione di tale spostamento. I Democratici hanno giocato sporco come non mai e per ragioni che travalicano la semplice competizione politica, creando un precedente pericoloso per il futuro della politica USA. Le sorgenti della lotta politica statunitense sono ormai inquinate da veleni e gli strateghi del GOP stanno preparando un contrattacco al vetriolo. Insomma, chi di scorrettezze ferisce, di scorrettezze perisce!!!

Sì, perché nei mesi precedenti il voto di Mid-Term c’è stato di tutto: liste di appartenenti al GOP o di simpatizzanti, accusati di essere gay, inviate alle chiese evangeliche o alla Destra religiosa latamente intesa in modo da scollarne il roccioso elettorato che solo in quantità omeopatiche ha votato Asino; presunti scandali sessuali, poi sgonfiatisi nel nulla….Ma soprattutto uno spostamento, non al “centro”, bensì a destra e oltre di candidati democratici su temi strategici come quelli etici e della corruzione.
Perché la campagna democrats è stata scorretta? Perché nessun eletto – come dimostrerà la storia prossima la Congresso – dell’Asinello può tenere una condotta in linea con la Right Nation, in virtù di gran parte dei finanziatori che sostengono lo stesso partito democratico, sostenitori di una visione della società contraria agli interessi americani e alla grandezza degli USA, oltre che alla loro vocazione teologico-storica. Pertanto si tratta di un bluff, di cui molti elettori americani si accorgeranno ben presto.


Teo-Lib e Teo-Dem: semplici flatus vocis.

Come accennato nei nostri interventi precedenti alle elezioni, chi oggi sta andando all’incasso politico tra i democratici sono i cosiddetti teo-lib, quell’ala del partito per intendersi vicina al senatore Barak Osama (non c’è errore nella trascrizione del nome!!!). “Vincere”, infatti, cavalcando temi etici e sensibilità dell’America profonda vuol dire spostare l’asse delle “promesse” elettorali nel 2008 ancora più a destra, e questo Hillary Clinton e i suoi non possono accettarlo, stante i finanziatori anzidetti e le loro pretese, estremamente onerose. Percui è già partita all’interno del partito dell’asino una lotta intestina senza esclusione di colpi, che farà non pochi morti e feriti. In senso politico, ovviamente!!!
Chi in Italia, infatti, crede alla bontà e veridicità delle promesse di Osama (senatore USA) è oggetto di un’infatuazione politica, che gli eventi futuri avranno l’aggio di dimostrare. Sigle come Teo-Lib o Teo-Dem sono risibili specchietti per le allodole, che non vanno sottovalutate, ma neanche ritenute verosimili o infallibili. Certo in tutto questo chi ci ha guadagnato di più sono state le destre religiose.


La vittoria della Destra religiosa: Teo-con e Teo-reg.

Chi ha approfittato del gioco sporco dei Democrats sono state le destre religiose, che così hanno o stanno ottenendo l’epurazione dal GOP degli elementi moralmente non in linea con un partito o un’area che è quella dei Valori, hanno ottenuto la lotta interna all’Asinello, hanno ottenuto un ridimensionamento della strategia neocon nelle scelte della Casa Bianca attuale e futura. Noi ci ascriviamo all’opzione politica teo-con o meglio teo-reg, in rapida ascesa e della quale speriamo riescano a parlare in futuro sul suolo italico fini analisti con Christian Rocca o Marco Respinti. Certo l’alleanza con gli amici neocon non viene meno, ma va rivista alla luce delle istanze della destra religiosa, che meglio interpreta l’animo profondo americano, anche nelle sue articolazioni centriste.
Ecco perché crediamo che il presunto flirt che si consuma tra esponenti della Destra religiosa e certi leaders democratici come la Clinton o Osama, sia semplice tattica, ma non porti a medio lungo termine a nessun accordo sistematico tra Asinello e Area dei Valori, pena l’incorrere nel corto circuito politico di cui sopra.

Pertanto, ritenere, come detto in Italia, che il Mid-West americano sia ritornato per sempre e in modo sistematico ai liberals è mero sogno radical-giacobino.


L’Iraq sarà un pantano politico per i Democratici.


L’affermazione su riportata non è uno scherzo di pessimo gusto. Agli italiani, infatti, è stato detto che la presunta sconfitta del presidente Bush era dovuta soprattutto alla guerra irachena. Abbiamo già accennato che gli Americani hanno scelto sempre in base ad opzioni etiche e chiedendo maggiore moralità nell’amministrazione pubblica. Richiesta quest’ultima assai poco risolvibile da un partito come quello democratico ad altissimo grado di corruzione. Si ricordi solo il caso Menendez.
Certamente, però, il conflitto iracheno costituirà una spina nel fianco, ma per i democratici, non per il GOP o per il presidente.
E perché?
Perché anche in questo caso i liberals hanno giocato sporco e scorretto. Difatti, si sono orientati, senza dirlo espressamente, per il ritiro dall’Iraq e questo per non perdere l’appoggio dell’ala ultra liberal del partito. Ora saremo molto brutali, ma in questi frangenti occorre esserlo: L’Occidente e gli USA in primis sono in guerra contro il terrorismo; tra non molto – è per questo che ci vogliono i teo-con teo-reg perché comprendono meglio di tutti il modus cogitandi del nemico – si verificherà un attentato sul suolo americano molto più grave di quello dell’11 settembre 2001. Tutto ciò non prima del parziale o totale ritiro dall’Iraq, voluto dai Democrats, che verrebbe interpretato dai nemici come debolezza da parte degli USA. Proprio sapendo ciò, il presidente Bush, pur avendo “perso” le elezioni, afferma di non volersi ritirare.
Allora, immaginiamo qualche scenario politico possibile. Tutti però disastrosi per il partito della Clinton.

1) Se il Congresso a maggioranza democratica obbligherà il presidente a ritirarsi dallo scenario iracheno, quando la guerra al terrorismo riesploderà con attentati eclatanti anche negli USA, il GOP e il presidente Bush avranno gioco facile a dimostrare come la responsabilità politica sia dell’Asinello e della sua politica “infingarda”

2) Se, invece, come sembra, nonostante le promesse elettorali, il partito della Clinton seguirà la strategia del non ritiro immediato, non solo si alienerà le frange dell’ultrasinistra pacifista e mondialista, ma darà al GOP un’arma di propaganda eccezionale per dimostrare come le dichiarazioni d’intenti dei Democrats sia sull’Iraq che sui temi etici siano un bluff elettorale di bassa lega. E scatenerà un’ulteriore faida interna fra clintoniani, teo-lib e liebermanniani. A tutto vantaggio dei conservatori.

L’Iraq, insomma, osannata come chiave di volta della rimonta democratica, rischia di essere per i liberals una spada di Damocle pericolosa e incontrollabile.





Gioco fatto per i candidati democratici alle presidenziali 2008.

L’abbiamo già ripetuto mille volte, il candidato democratico per le presidenziali 2008 è un discorso ormai chiuso. Hillary Clinton correrà per l’asinello: non può più procrastinare, deve guardarsi alle spalle da Barak Osama e da Liebermann, deve coronare il sogno di donna in carriera e sfruttare finché può la scia di consenso sociale e simpatia del marito. Ma – come accennavano prima delle elezioni di Mid- Term – non può, stante il risultato del 7 novembre scorso, presentare un programma chiaro di stampo liberal-democratico, come le chiedono i suoi supporters e finanziatori, ma neanche conservatore, perché sarebbe smentito dai primi atti di una sua eventuale presidenza e punito due anni dopo.
Dopo ampio spargimento di sangue politico, i democratici giungeranno a questo ticket di compromesso: Hillary candidato presidente; Brak Osama candidato vice. Salvo sorprese dell’ultim’ora da parte di Liebermann e soci.

Insomma la Clinton, accerchiata dagli ultra-lberals da una parte, e dai teo-lib e indipendenti dall’altra, è già sul piano del programma politico-presidenziale un’anatra zoppa. Proprio quello che sempre volevano ottenere le destre religiose, flirtando con lei e con i suoi.


Le altre elezioni: Vittoria schiacciante della Right Nation

Nella mefistofelica operazione massmediatica di mistificazione della realtà, un ruolo non piccolo hanno svolto le altre elezioni americane, taciute o ridotte a mera nota a piè pagina dell’informazione di regime.
Il 7 novembre, infatti, si sono tenuti in molti Stati americani referendum e consultazioni di vario tipo, che meglio del voto partitico tastano il polso allo stato di salute della Right Nation americana. Ebbene, il responso è stato ottimo: i referendum in materie di morale sociale e legislazione familiare hanno visto respinto l’assalto omosessualista e nichilista, anti-vita e in molti casi in zone –dato questo politicamente significativo – strappate momentaneamente al GOP dai democratici. Ciò significa che il tessuto morale e sociale è ancora sano, sebbene l’azione restaurativa della Right Nation vada fatta con costanza e perseveranza. Insomma, mai abbassare la guardia di fronte al Nulla disumanizzante!!!!!!

Questo mette a riparo da pseudo-analisi, fatte spesso sottotraccia, da una sinistra italica tanto incompetente quanto in mala fede, ossia che l’avvento dell’Asinello fosse un crepuscolo della politica dei Valori, vero tratto distintivo delle presidenze Bush.
Anche per questo il presidente Bush, in assoluto, non ha perso neppure queste elezioni.



Inizia “la strategia dell’eremita”.

Come sa chi ci conosce da anni, dopo le Mid-Term Elections iniziamo la cosiddetta “strategia dell’eremita”. Ossia d’ora in poi direttamente non parleremo più di politica USA fino alle lezioni del 2008. Ne parleremo negli incontri italiani e non solo, faremo campagna elettorale per le primarie del GOP e dopo, posteremo interventi autorevoli, ma che non sempre avranno la nostra approvazione. Sta al grado di conoscenza acquisito dai nostri lettori di blog capire quanto Vandeano sia o no d’accordo con quello o quell’altro analista. Ed è per questo che sui candidati GOP alle presidenziali il gioco è apertissimo: certo un candidato troppo annacquato sui temi etici e troppo spostato al centro sarebbe un controsenso. Si può guadagnare qualche voto in California, ma perderli molti altrove, con grande detrimento degli interessi americani, e quindi di ciò che resta dell’Occidente post-cristiano.


God Bless America!!!!!


 
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