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"Mamma, ho perso la vera Fede!". L'Apostasia succesiva al Vaticano II

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aragorn88
icon7  view post Posted on 31/3/2007, 15:40




“Mamma, ho perso la Vera Fede!!!”: i disastri del Vaticano II: [2]



Il professionista
della protesta


Di Gianni Franceschi


Fabrizio Fabbrini, l’agitatore cattolico-comunista noto per le sue plateali esibizioni, non proprio fare a meno che si parli di lui. Il 7 aprile 1968 ha interrotto una cerimonia religiosa, insultando volgarmente il celebrante; poi si è spudoratamente avvicinato ai sacramenti; è stato portato al più vicino commissariato, è stato denunciato per turbamento di funzione religiosa, poi è andato a chiedere scusa al sacerdote. Era la Domenica delle Palme. La chiesa di San Pietro in Montorio, sul Gianicolo, era piena di fedeli che ascoltavano la Messa di mezzogiorno; il celebrante – il francescano padre Riziero Troili – era arrivato al Vangelo ed aveva letto questi brani di San Matteo sulla Passione di Gesù: «Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre di più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla:

“Non sono responsabile – disse- di questo sangue; vedetevela voi!”.

E tutto il popolo rispose:
“Il suo Sangue ricada sopra di Noi e sopra i nostri figli”.». Ed ancora:«Ed ecco il velo del Tempio si squarciò in due parti, da capo a fondo: la terra tremò, le tombe si aprirono; e molti corpi di santi, che vi riposavano, risuscitarono; e, usciti dai loro sepolcri, entrarono nella santa città ed apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e le cose che accadevano, ebbero gran timore e dissero: “Costui era davvero il Figlio di Dio”». Dopo la lettura, padre Riziero disse ai fedeli che l’altissima drammaticità di queste parole non esigeva commento. Solo sottolineò che due romani – Pilato e il centurione – avevano riconosciuto la natura divina di Gesù, pur cedendo ai Giudei scatenati. E questi due erano romani e quindi italiani nella più moderna espressione geografica, e noi italiani dobbiamo essere orgogliosi di questo. Per quanto riguarda il grido della folla dei giudei:«Il sangue suo cada su noi e sui nostri figli…», stava dicendo Padere Riziero, quando tra I fedeli il Fabbrini lo apostrofò: «Buffone!». Il francescano rimase per un momento interdetto. Pensò subito che due fedeli, non troppo compresi della santità del luogo, stessero litigando. Non aveva ancora riattaccato a parlare che nel silenzio ancora risuonò ancora la voce di Fabbrini:«Buffone!».
Stavolta Padre Riziero non ebbe più dubbi, anche perché il Fabbrini incalzava:«Razzista! Rispetti gli ebrei!». «Io sto soltanto leggendo il Vangelo», replicò fermamente il francescano. «Ma il Concilio ha detto…». I fedeli, intanto, avevano zittito energicamente il disturbatore e Padre Riziero poté proseguire nella celebrazione del Sacro Rito.
Il Fabbrini non si allontanò dal Tempio. Anzi, giunti alla Comunione, si accostò alla Mensa eucaristica, ricevendo l’Ostia consacrata dalle mani dello stesso celebrante da lui insultato un momento prima. Evidentemente Padre Riziero non riconobbe il disturbatore nel giovanotto con gli occhiali che gli stava davanti: gli avrebbe certamente negato il Sacramento. Quello commesso dal Fabbrini, indipendentemente dalle conseguenze previste dalla legge italiana, è per la Chiesa un peccato che non si può cancellare con un semplice atto di contrizione.
Alcuni fedeli, intanto, avevano avvertito la polizia ed il Fabbrini, all’uscita della Chiesa, prese preso in consegna da due agenti che lo accompagnarono al commissariato. Qui, un funzionario gli contestò il reato previsto dall’art. 405 del Codice Penale, denunciandolo a piede libero. Ecco cosa dice il Codice: «Chiunque impedisce o turba l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto cattolico, le quali si compiano con l’assistenza di un ministro del culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni».
Fabrizio Fabbrini ha avuto la meritata condanna. Peccato! Gli è stato dato il modo di acconciarsela sul capo come l’aureola di un comodo martirio.
La domenica eroica di Fabrizio Fabbrini non si era ancora conclusa. Alla sera, l’agitatore tornò sul luogo del delitto chiedendo di Padre Riziero. «Sono il professor Fabbrini – si presentò – ed insegno istituzioni di diritto romano all’università. Stamattina l’ho disturbata in chiesa, e vengo a chiederle scusa. Però, al fine di poter nuovamente comunicare con lei, min sono accostato alla Comunione, nel corso della stessa Messa celebrata da lei». Queste, all’incirca, le parole di Fabbrini. Era evidente l’intenzione di proseguire la polemica sugli ebrei, sul Concilio, sulle interpretazioni progressiste del Vangelo. Ma l’agitatore si è trovato di fronte ad un religioso che non ha raccolto la sfida e lo ha lasciato a bocca asciutta. Poche parole, secche. Poi lo ha congedato.
Padre Riziero Troili è un frate francescano giovani, massiccio e cordiale. Non è certo tipo da cadere nelle goffe panie di un Fabbrini qualsiasi. Figuriamoci poi come doveva sentirsi ribollire di fronte al«campione», al «martire» degli obiettori di coscienza: lui, padre Riziero, è stato cappellano militare in Russia, durante la tragica ritirata, su uno dei treni-ospedale dell’Ordine di Malta. E’ un religioso che sa cosa significhi servire la Patria e vestire una divisa, e non nutre eccessive simpatie per chi compie azioni disfattiste, nascondendosi dietro il facile usbergo del Vangelo e della religione, incitando i giovani alla cosiddetta«disobbedienza civile».
Fabrizio Fabbrini, infatti, venne condannato tre anni fa dal Tribunale Militare di Roma per disobbedienza aggravata, insubordinazione ed istigazione a commettere reati militari. Termini, questi, che stanno ad indicare l’obiezione di coscienza, il, rifiuto ad indossare la divisa, e l’incitamento a fare altrettanto. La condanna fu esemplare: un anno e otto mesi di reclusione. Fabbrini, aviere di leva, si era presentato al suo colonnello, dieci giorni prima di andare in congedo, depositando sul tavolo del suo ufficiale lo zaino rigonfio della divisa e di tutti i suoi effetti militari. Il tutto accompagnato da una “lettera aperta” ai suoi superiori, contenente tra l’altro accuse di questo genere: «O siete dei criminali o vestita la divisa per burla o per hobby». Al processo, Fabbrini trovò il modo di chiedere scusa per questa e per altre frasi infelici, raccontando una confusa storia di un errore materiale, di uno scambio tra due diverse stesure della lettera.

Si vede che il Fabbrini ha connaturata in sé la tendenza all’offesa ed alle scuse. Questo deve essere uno dei capisaldi della morale febbriniana
[Sei fantastico Franceschi!!!!! N.d.R.].

Dopo la condanna, con l’aiuto dei giornali di sinistra e delle organizzazioni «laiche» appoggiate dal PCI, Fabbrini diventò il martire dell’obiezione. Anzi, divenne l’obiettore di coscienza per antonomasia. Manifesti per la pace, marce e veglie organizzate dai comunisti lo videro in primissima fila. Lui «cattolico»(come proclama di essere), venne docilmente strumentalizzato ed inquadrato dai comunisti. Ed anche la sua bravata nella chiesa di San Pietro in Montorio è stata propagandata ed orchestrata dai giornali comunisti, i quali non hanno perduto l’occasione per sferrare il solito attacco alla polizia.
Nell’estate del 1968, Fabbrini si è sposato. L’omelia nuziale è stata pronunciata da padre Ernesto Balducci, altro campione del progressismo religioso nostrano. La nuova signora Fabbrini – signorina Zelinda Nibbi prima delle nozze – è la sorella del direttore delle rivista «Dialogo cristiano-marxista», che si stampa ad Arezzo, patria di Fanfani. Nozze in famiglia, dunque.

Nel curriculum dell’agitatore compare un altro episodio rivelatore.

Quello della notte
di capodanno 1968.

Fabbrini ed un gruppo di giovanotti del suo rango decisero di aspettare il nuovo anno in Piazza San Pietro, tra le colonne del Bernini, cantando, pregando e digunando, per invocare la pace nel mondo [o del mondo!!!! N.d.R]. Una miniveglia che ricalcava, nei particolari e nell’organizzazione, quelle in grande stile organizzate dal PCI a piazza Navona, ad esempio, od al Teatro Adriano a Roma. Questa piccola turba vociante si era raccolta attorno all’obelisco: chi recitava il Rosario, chi leggeva il Vangelo, chi cantava le litanie, chi declamava poesie pacifiste. Su esplicita richiesta della Segreteria di Stato, intervenne la polizia italiana che portò via i perturbatori. I più facinorosi vennero trattenuti per qualche ora al commissariato: tra loro c’era Fabrizio Fabbrini. Il docente universitario chiesa carta, penna e calamaio perché voleva scrivere la Santo Padre. Intinse la penna e scrisse: «Caro Papa, ti stiamo scrivendo dal commissariato di pubblica sicurezza di Borgo alle ore tre del mattino della prima “Giornata della Pace” [Il 1 gennaio per noi rimane la festa della Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo N.d.R], in stato di fermo per aver aderito al tuo invito di pregare e testimoniare per la pace. Cattolici e non cattolici, ci eravamo recati in piazza San Pietro nell’intento di trascorrere l’intera notte di Capodanno in veglia…». E via di questo passo, spiegando che alcuni dei manifestanti, al fine di purificare il corpo e l’anima, stavano digiunando fin da Natale, trascorrendo senza cibo né bevanda tutto il periodo tradizionalmente dedicato ai capponi e al panettone.
Nelle edizioni di questa lettera pubblicate nei giorni successivi, con grande rilievo, dalla stampa comunista, il «Caro Papa» divenne, più rispettosamente, «Santo Padre». Ma la sostanza restava sempre quella.
Fabrizio Fabbrini è, dunque, un personaggio che ogni tanto salta fuori dalle pieghe della cronaca con qualche manifestazione di «dissenso», di«protesta». Che sia un professionista della protesta è fuori discussione. Ma donde gli proviene questo velleitarismo? E’ presto detto: egli discende, come formazione, dai vari preti progressisti che da anni vanno predicando l’obiezione di coscienza, il dialogo, la pace, l’ecumenismo, ponendo in discussione duemila anni di dottrina della Chiesa [ C’entrerà forse quella primavera per il cattolicesimo che è stato il sublime anti-concilio roncalliano? N.d.R]. Dallo scomparso Don Milani ( quello della lettera aperta ai cappellani militari che gli procurò un processo assieme al direttore della rivista comunista “Rinascita”) a padre Balducci, a Giorgio La Pira, alla rivista del suo cognato Nibbi, «Dialogo cristiano-marxista», tanto per dare un nome all’arco dottrinario-culturale entro cui Fabbrini si agita.
La sterile azione provocatoria e protestataria del Fabbrini si riallaccia a quanto è avvenuto a Trento alla fine del marzo 1968 [Quasi un quarantennio fa in questi giorni….N.d.R.]. Un gruppo di studenti aveva inscenato davanti al Duomo, all’interno del quale era in corso una funzione religiosa della Quaresima, un chiassoso «contro-quaresimale», recitando brani dei libri di padre Balducci. L’indegna gazzarra è, però, finita presto: centinaia di fedeli hanno reagito, facendo scappare come lepri i balducciani che non trovarono di meglio che rifugiarsi nella vicina università. Chiusi là dentro, per tre o quattro giorni hanno subìto l’assedio dei fedeli inveleniti e stanchi delle continue bravate e provocazioni di quei giovinastri sedicenti cattolici. La polizia è stata costretta a proteggere quei bravacci che, senza la presenza delle forze dell’ordine [che hanno sempre schernito….N.d.R.], avrebbero avuto finalmente la lezione che meritavano.
Sono due fatti, questi, che invitano alla meditazione. In molti Paesi stranieri, come la Francia e gli Stati Uniti, gruppi di cattolici tradizionalisti sono «passati all’azione» contro i progressisti, e ci sono stati tumulti e incidenti. Anche in Italia, dove il movimento dei cattolici legati alla Tradizione sta prendendo sempre più piede, ci sono dei gruppi - che si possono definire estremisti – che intendono combattere sullo stesso terreno, con gli stessi metodi, le intemperanze sempre più frequenti dei progressisti. Sono fatti gravi che denotano come sia facile, nelle attuali condizioni, passare quando non ci sono idee, ma soltanto delle opinioni, alle vie di fatto. La frattura sarebbe, però, insanabile. Quando le posizioni contrarie si incancreniscono, quando le lotte si radicalizzano fino a questo punto, possono sfociare solo nella violenza. Ed il partito comunista fomenta questa radicalizzazione della lotta all’interno della Chiesa, dando ampio appoggio a gente come il Fabbrini che, pur dichiarandosi «cattolica», «amante della pace» e «profeta della non violenza», proprio della violenza e della provocazione, anche se solo verbale, si fa un’arma [Quello che abbiamo da sempre chiamato L’AUTORITARISMO DEI PACIFISTI N.d.R.]. In definitiva, chi trae giovamento da tutto questo è il partito comunista: lo dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, uno scritto del Fabbrini, apparso sulla rivista «Dialogo cristiano-marxista» - quella del suo cognato – del febbraio 1968. Ecco cosa dice il Fabbrini: «Oggi in Italia i massimi nemici dei poveri sono tre colossali strutture economiche, militari, teocratiche:

1) Il capitalismo
2) Il Patto Atlantico
3) Il Concordato…

Ora, un partito che accetti queste tre strutture non può essere in linea col Vangelo: quindi non può pretendere il consenso dei cristiani. Per questa ragione, il mio partito non potrà essere la DC [non lo è stato neppure il nostro, ma per ragioni diverse N.d.R.], la quale oggi si pone contro i poveri, accettando il capitalismo, il Patto Atlantico, il Concordato. Del pari nono potrà essere il PSI-PSDI per analogo motivo. Tanto meno potrà essere un partito di destra: sia MSI, PDIUM o PLI, per definizione contrari agli interessi dei poveri, sia il PRI che pur distinguendosi dai primi, accetta tuttavia un capitalismo “illuminato”, secondo schemi ormai superati, con colori nostalgici anch’essi superati. La scelta cadrà allora su un partito di opposizione quale il PSIUP o il PCI [Ma guarda, non lo avremmo mai detto!!!! N.d.R.], i quali almeno attualmente, si pongono contro quelle tre strutture nemiche dei poveri».
I «cattolici del dissenso» vanno tutti a finire qui: nelle compiacenti braccia del partito comunista.


Chiosa Vandeana:

L’analisi lucida e precisa di Franceschi ha ben poco bisogno di chiosa. Tuttavia, partendo dal personaggio e dalle situazioni lumeggiate dal Nostro, tentiamo di delucidare e delucidarsi su ciò che accade sulla scena politico-ecclesiale italiana, enucleando dei punti-chiave, degli epicentri donde proviene il terremoto morale, religioso e politico che rischia di sommergere la diletta Italia.

Quel culturame pseudocattolico che ha okkupato Santa Romana Chiesa a partire dal “fattaccio” del 1958 e poi col Vaticano II, unito ai vari addentellati rivoluzionari e politici controlla (o meglio anela a controllare) ogni aspetto della vita degli italiani. Ci hanno spacciato, novelli Frate Cipolla boccacceschi, come conquiste di civiltà ogni regresso morale e culturale: divorzio, aborto, sesso libero, pornografia di massa, diffusione di ogni disordine psichico e morale.

Risultato?

Violenza diffusa a tutti i livelli, scuola sfasciata o ridotta a mero veicolo d’indottrinamento ideologico; università quale parcheggio per il corteggio delle varie lobbies della vasta galassia giacobino-modernista.

Non solo.

Figli depressi per le colpe degli pseudopadri, che giocano a fare i Peter Pan; sesso talmente libero che aumentano l’impotenza e la frigidità; linguaggio talmente sboccato che le buone maniere del galateo vanno reimparate a scuola, quella vera….Potremmo continuare e continueremo in futuro a sezionare lo sfascio, per proporre l’antidoto adeguato.

Ci diranno che ciò vale nella società civile, scristianizzata….E il mondo cattolico, intossicato dai «cattolici» come sopra?

Un deserto solo con alcune oasi, donde sta mondando lentamente l’onda del Riscatto, della Riscossa della Fede.

I modernisti hanno di fatto okkupato come i loro cugini giacobini quasi tutti i posti chiave nella Chiesa con risultati disastrosi: apostasia dilagante, scomparsa della cultura cattolica che era fiorita in modo mirabile in precedenza e stava prendendo nuovo vigore sotto il Regno di Pio XII; sacrilegi d’ogni genere.

E in questo non c’è bisogno di cercare le Messe stravaganti dei preti clown, variante aggiornata delle Messe beat del postconcilio; basta richiamarsi al NOVUS ORDO MISSAE, vero banchetto cainico, che non va riformato, bensì cestinato, rottamato, magari a tappe, per non creare vertigini in un popolo cattolico, pasciuto con gli pseudogmi vaticanosecondisti e all’inizio assai poco reattivo al ritorno al Messale cattolico di San Pio V.

Tutto ciò si riverbera inevitabilmente sull’azione politica dei sedicenti cattolici.

Visto che i «cattolici democratici» che oggi solo alleati con i radical-giacobini sono gli eredi, quando non gli stessi personaggi, di chi ha permesso l’ingresso del Cavallo di Troia nella società italiana e nella Chiesa. Tanti si meravigliano come «cattolici» possano accordarsi o addirittura proporre ddl apertamente anticristiane; criticare la Santa Dottrina etc….


Lo vogliamo proprio dire?


E’ il risultato della satanica alleanza fra giacobinismo rivoluzionario e neomodernismo vaticanosecondista. Sono i frutti avvelenati dell’anticoncilio di roncalli.

Se si vuol negare la realtà, e non prendere adeguati provvedimenti si faccia pure. Non ci si lamenti, però, se in futuro il Papato verrà (seppur per poco) fatto sloggiare pure dal Vaticano, oltre che dal Quirinale.

Esagerazioni?

Paranoie neopapaline?

Purtroppo no!!!!!

La prova provata è che molti di questi personaggi sedicenti cattolici sono indirettamente spalleggiati da pastori cattolici, vescovi di santa Romana Chiesa, che anziché gridare: “Viva il Papato! Viva Maria, Regina delle Milizie!” cercano il plauso del secolo. Alla Pace di Cristo preferiscono la pace del mondo, del demonio, della carne. Che sono forti e ligi ad applicare sanzioni disciplinari con i presunti deboli (i tradizionalisti); ma deboli con i sedicenti forti ( i neomodernisti).


Exurge Domine,
quare obdormis?

Signore, per il Vostro Sangue Preziosissimo, sparso nella Passione che vi ha meritato il riscatto delle nostre anime peccatrici, liberateci da questi rami secchi di un’antichiesa marciscente, che produce le metastasi di una politica dei Diritti dell’Uomo, ossia del luciferino ERITIS SICUT DII, anziché dei DOVERI DELL’UOMO VERSO DIO; armate chi ne ha il potere della spada sfolgorante delle vera Fede affinché tagli e recida le spine dell’apostasia che ancor oggi tormentano il vostro santissimo Capo; infondete il coraggio in chi può accendere e alimentare la Sacra Fiamma purificatrice delle eresie affinché vi vengano bruciate, novello falò delle vanità, gli errori del vaticano II, i sacrilegi, le infedeltà, a partire da quelle dei membri della Chiesa Docente, che hanno rinunciato ad insegnare la vostra Santa Dottrina per inseguire le false idee del mondo e gli applausi momentanei, senza accorgersi che gli empi che oggi li applaudono, domani prepareranno la ghigliottina per la loro decapitazione….

Signore, fate che le nostre parole di fronte alle lusinghe della carne, del demonio, del mondo siano sempre:

Non Possumus!!!!!

Ma soprattutto…

Non Praevalebunt!!!!


Memento:

…Quei giovani…che non sapevano usare la parola giusta, che facevano della balbuzie una virtù, che ricercavano l’originalità a tutti i costi…

(Boris Pasternak, Autobiogarfia)

…Per molti cristiani neppure la Croce si eleva più verso il cielo, ma è immanente al mondo, vi è interrata, ormai invisibile. Alcuni lo chiamano «fermento evangelico»

(Marcel De Corte)







Preservatemi per sempre dall’errore Vergine pura che portasti in grembo il Sacramento che si celebra nella Messa: In questa Fede voglio vivere e morire.

(Françios Villon, Ballata per pregare
la Vergine)


…Anche se fossi certo che verrebbe emanato dal ministro della giustizia l’ordine di processarmi, io continuerei a sostenere che non vedo l’assoluta necessità di eliminare nel nostro mondo la Religione Cristiana…

(Jonathan Swift; Discorso contro l’abolizione del cristianesimo)
 
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