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In hoc signo vinces...., Ieri, oggi, sempre

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aragorn88
view post Posted on 15/10/2008, 22:53




In hoc signo vinces



Pars I
L’Imperium pagano diventa cristiano


A cura di Roberto de Mattei

È il 27 ottobre dell’anno 312 dopo Cristo. Due eserciti si fronteggiano alle porte di Roma. Il primo esce dalla mura Aureliane per schierarsi lungo le sponde del Tevere, presso Ponte Milvio. È comandato da Marco Aurelio Valerio Massenzio. Il secondo, sceso verso Roma da Treviri, in Germania, si attesta lungo la via Flaminia. È guidato da Flavio Valerio Costantino. I due contendenti lottano per il titolo di Augusto in Occidente, una delle quattro cariche supreme nella Tetrarchia, il nuovo sistema di governo dell’Impero ideato da Diocleziano.

Saxa Rubra: cambia il destino dell’Impero

La giornata volge al tramonto, quando le truppe di Costantino vedono improvvisamente stagliarsi nel cielo un grande segno luminoso, con una scritta fiammeggiante: IN HOC SIGNO VINCES. Eusebio di Cesarea, il primo grande storico della Chiesa, ricorda l’evento con queste parole: «Un segno straordinario apparve nel cielo […]. Quando il sole cominciava a declinare, Costantino vide con i propri occhi in cielo, più in alto del sole, il trofeo di una croce di luce sulla quale erano tracciate le parole IN HOC SIGNO VINCES. Fu pervaso da grande stupore e insieme a lui il suo esercito».
L’effetto sulle truppe è impressionante. Nell’esercito di Costantino ci sono molti cristiani. Essi hanno vissuto l’ultima persecuzione, la più terribile, quella di Diocleziano, iniziata nel 297 con l’epurazione dall’esercito di tutti i fedeli di Cristo. I militari cristiani, che erano molto numerosi nelle armate imperiali, erano stati posti di fronti ad un’alternativa radicale: abbandonare la loro religione o il loro posto nell’esercito. Vi fu chi scelse la triste strada dell’apostasia, ma molti perseverarono e, lasciato l’esercito, emigrarono in Gallia dove si arruolarono con Costanzo Cloro, l’unico dei quattro tetrarchi che non aveva aderito alle persecuzioni di Diocleziano. Ciò significa che, all’inizio del IV secolo, il numero dei cristiani che affollavano l’esercito di Costantino, stanziato nelle Gallie e in Britannia, non era irrilevante.
Quando, nel 305, Costanzo era morto a York, in una spedizione contro i Picti e gli Scoti, le truppe avevano acclamato imperatore Costantino, figlio illegittimo di Costanzo e di Elena, futura imperatrice e futura santa, mentre i pretoriani a Roma proclamavano imperatore Massenzio. Quest’ultimo aveva invocato gli dei pagani, per chiedere loro la vittoria. La Croce, apparsa nel cielo, era senza ombra di dubbio il simbolo dei cristiani. I due eserciti che ora si affrontavano erano consapevole che non erano forze meramente umane quelle coinvolte nel terribile scontro. Nella notte, come narra Lattanzio, Cristo apparve in sogno a Costantino «esortandolo ad apporre quel simbolo sugli scudi con quei segni celesti di Dio e ad iniziare quindi la battaglia».
Vi sono momenti in cui un uomo può cambiare, con il suo sì o con il suo no il corso della sua vita. E vi sono momenti in cui dalla scelta di quest’uomo può dipendere la sorte di popoli e di Nazioni per i secoli a venire. Accadde in quella notte di ottobre al figlio di Costanzo e di Elena, chiamato a decidere quale sarebbe stato il destino dell’Impero di Roma. Non sappiamo cosa avvenne nel cuore di Costantino: se la sua decisione fu fulminea o se ebbe dubbi ed esitazioni. Sappiamo, però, che la mattina dopo, Egli non solo fece imprimere il monogramma di Cristo sui vessilli della sue legioni, ma che istituì il Labarum, lo stendardo che avrebbe sostituito l’aquila romana di Giove e che tutti i soldati avrebbero da allora dovuto onorare.
La battaglia si svolse furiosa. Costantino riuscì a spingere l’esercito rivale con le spalle al Tevere, dove Massenzio cercò scampo nella fuga. Fu trvolto dalle acque e la sua testa fu portata al vincitore, che ascese al soglio dell’Impero.

Cristianesimo e milizia.

Il 28 ottobre 313 la Croce trionfò vittoriosa sul sangue e sulla polvere del grande campo di battaglia di Saxa Rubra, là dove il Tevere fa una grande ansa, prima di costeggiare la Flaminia. Il luogo prese il nome di Saxa Rubra, dal colore del sangue versato sulle pietre. Quel sangue, per la prima volta nella storia, non fu solo sangue cristiano.
Costantino non era cristiano e non divenne cristiano in quella notte, ma rispose affermativamente all’invito di Cristo. Un anno dopo, il 13 giugno 313, promulgò l’Editto di Milano, con cui ogni legge persecutoria emanata in passato contro i cristiani era abolita e il cristianesimo diveniva religio licita nell’Impero. Costantino è celebre per quest’editto che poneva fine all’era delle persecuzioni ed apriva un’epoca nuova di libertà per la Chiesa. È grazie a questo editto che si parla di “svolta costantiniana” nella storia della Chiesa. E tuttavia, nella vita di Costantino e in quella della Chiesa, l’ora decisiva, fu un’altra: quella in cui per la prima volta la Croce di Cristo, Vexilla Regis, apparve sul campo di battaglia, difesa dalle spade dei legionari.
C’erano stati eretici, come i montanisti, che avevano sostenuto l’incompatibilità del Cristianesimo con le armi. Non era questo l’insegnamento del Vangelo e non era stato questo, nei primi tre secoli, l’atteggiamento dei cristiani. Malgrado le opinioni in senso contrario di Tertulliano, le cui posizioni riflettono la sua evoluzione verso l’eresia montanista, nessun atto del Magistero aveva proibito il servizio militare nei primi tre secoli. Al contrario, è noto il fatto che in questo periodo storico molti cristiani servirono come ufficiali o soldati nelle legioni romane, conciliando la duplice caratteristica di cristiani e di militari, senza che la Chiesa rivolgesse loro alcun rimprovero per questo motivo: molti di questi furono anzi canonizzati.
Gli ufficiali e i soldati cristiani che furono martirizzati in quest’epoca non furono messi a morte per aver rifiutato come cristiani di servire nell’esercito, ma per aver rifiutato di partecipare a cerimonie pagane imposte dai persecutori, ossia per aver rifiutato di compiere atti di idolatria e di apostasia. Tale è l’esempio di sant’Eustachio, di san Sebastiano, dei legionari della XII Fulminata sotto Marco Aurelio, e di San Maurizio della Legione Tebea, sotto Diocleziano.

Continua…
 
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aragorn88
view post Posted on 2/6/2010, 02:25




«Quando la Chiesa nascente si trovava oppressa dal giogo dei Cesari, a un giovane imperatore apparve in cielo un croce auspice e nello stesso tempo autrice della splendida vittoria che immediatamente seguì. Ecco che si offre ai nostri sguardi un altro divinissimo e augurale segno: Il Cuore Sacratissimo di Gesù, sormontato dalla Croce e splendete, tra le fiamme, di vivissima luce. In lui sono da collocare tutte le nostre speranze; da lui dobbiamo implorare e attendere la salvezza» (Papa Leone XIII)
 
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view post Posted on 17/10/2021, 19:28
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granatiere granitico

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