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I giorni dell'Anticristo, il nemico dei tempi finali

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aragorn88
icon5  view post Posted on 4/5/2009, 00:30




I Giorni dell’Anticristo,
il nemico dei Tempi Finali.



1 Puntata
L’Anticristo sarà un vero uomo.


Possiamo anzitutto cominciare questa nostra avventura alla scoperta del nostro peggior nemico, dopo satana, ribadendo ciò che sempre è stato insegnato dalla infallibile Scrittura ed ammesso dall’unanime credenza, ossia che non meno di Gesù Cristo, il suo avversario e nemico sarà vero uomo. Dice Francisco Suarez nel su De Antichristo: « Dicendum est Antichristum futurum esse verum nomine existimo esse assertionem certam de fide» (Sect. I, n.4).
Quindi, si può ben ritenere che cadono in errore coloro che pretendono ridurre l’Anticristo ad un mito, un’allegoria o ad un fantasma dovuto più che altro all’immaginazione popolare e che per dirla col Metastasio

Come l’Araba Fenice,
Che vi sia ciascun lo dice,
Dove sia nessun lo sa
(Demetrio, atto II, scena III)

È quanto ai nostri tempi si è sforzato a dimostrare specialmente Ernest Rénan nel suo famigerato libro L’Antechrist, che non ha però maggior valore critico di quell’altro dove pur si sforza di negare la Divinità di Cristo. Infatti, Rénan e tutti gli altri razionalisti che lo precedettero e seguirono per tale strada non tengono conto o interpretano a lor capriccio i documenti della Scrittura e della credenza intorno alla reale personalità dell’Anticristo, non escluso quello, evidente al di sopra degli altri, nel quale San Paolo lo definisce «Homo peccati, filius Perditionis» (II Thes II,3). E come tale ce lo mostra in atto di sollevarsi contro Dio, di sedurre uomini e popoli, di operare falsi prodigi, di assidersi nel Tempio per farsi adorare e, infine, di essere annientato e disperso dal soffio onnipotente di Nostro Signore.
Ora tutto denota evidentemente un uomo vero e reale, e con ciò restano pure confutati certi scrittori anche ecclesiastici che confondono l’Anticristo con una eresia, una setta o una coalizione di empi, un centro di ateismo, un periodo di persecuzione ecc…. L’Anticristo nascerà, è vero, in un’epoca di generale apostasia e di speciali sconvolgimenti religioso-politici, ma pur avendo legami stretti con tutto ciò, non lascerà di essere una persona, un individuo come, nel suo linguaggio profetico, ce lo indica anche Daniele: «Avente gli occhi di un uomo ed una bocca che proferiva grandi cose e bestemmie» (Dan VII,8-20). Sebbene, poi, questo profeta e quell’altro dell’Apocalisse ci presentino l’Anticristo sotto forma di un corno o di una bestia mostruosa, e quantunque anche l’Apostolo l’appelli «Figlio di Perdizione», non per ciò lo si deve ritenere una specie di diavolo incarnato, come supposero persino certi Scolastici.
Senza dubbio, come tosto vedremo, ogni spirito angelico sia buono che cattivo può comporsi e assumere un corpo umano; ma, in generale, tali assunzioni e apparizioni sono di breve durata perché contrarie alla natura stessa dello spirito, che aborrisce ogni contatto o restrizione materiale; inoltre, non potendosi dare tra lui e la materia unione sostanziale come tra la nostra anima ed il nostro corpo, ma solo accidentale o artificiosa, molte funzioni animali e anche umane diventano impossibili o solo apparenti, mentre invece nell’Anticristo le abbiamo come vere e reali. Infine, si parla di una sua vera nascita, di una sua vera morte, di un’esistenza assai lunga che avrà pure un regno di parecchi anni. Perciò, sentenzia Francisco Suarez: «Dicendum est Antichristum non solum futurum verum nomine, sed etiam veram humanam personam, propriam et connaturalem humanitati: itaque non erit perona demonis incarnata» (De Antichristo sec. I, n.5).
E neppure lo si dovrà ritenere un energumeno, un ossesso, cioè un uomo in completa balìa del demonio e privo, quindi, di ogni libero arbitrio, il che gli toglierebbe pure ogni responsabilità, colpa e castigo, tutte cose che, invece, gli vengono espressamente imputate, come abbiam sentito, dall’Apostolo San Paolo, secondo il quale sarà invece una persona in tutto il senso proprio e filosofico della parola in quanto indica una natura intellettuale, singolare, completa, padrona assoluta dei propri atti e incomunicabile con qualsiasi altra: Natura intellectualis singularis completa, sui juris, alteri incommunicabilis.
Ciò non toglie, però, che anche l’Anticristo come avrà il suo Angelo Custode, così pure avrà uno o più demoni ai quali volontariamente, anziché al primo, si assoggetterà, diventando quasi uno strumento, sebbene sempre cosciente, nelle loro mani. È in tal senso che si devono intendere certe espressioni anche dei Santi Padri con cui lo appellano: figlio del diavolo, demonio incarnato ecc…Già, del resto, San Giovanni Crisostomo chiariva molto bene: «Chi è mai l’Anticristo? Forse un demonio? No, ma un uomo che si è completamente dato al demonio» (Homil. III in II Thess).
Una volta dimostrato e ritenuto come cosa certa l’essere l’Anticristo vero uomo, passeremo ad analizzare a quale razza Egli appartenga, quale sia la sua patria e quale la sua famiglia. Ma lo faremo nelle prossime puntate. Non smettete di seguirci in questo misterioso ed entusiasmante viaggio, cari amici.

CONTINUA…
 
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aragorn88
view post Posted on 11/5/2009, 17:56




I Giorni dell’Anticristo,
il nemico dei Tempi Finali.



2 Puntata
L’Anticristo probabilmente non sarà
di razza giudaica



E cominciando a parlare della razza, fu sempre credenza che l’Anticristo apparterà a quella giudaica; eppure, già osservava il Bossuet «ciò non può essere che probabile, che una semplice congettura».
Infatti, gli argomenti a cui la gran maggioranza degli stessi Padri e Dottori ricorrono per asserire ciò, si possono ridurre ai seguenti. Il profeta Daniele, annunziando l’Anticristo, lo rappresenta sotto forma di piccolo corno. Ciò vuol significare – concludono costoro - che nascerà dalla piccola tribù dei Giudei. Questa piccola tribù dovrebbe poi essere quella di Dan e lo deducono dall’altra profezia di Giacobbe, dove il Santo Patriarca paragona la suddetta tribù ad un piccolo, astuto e feroce serpente (cfr.Gen XLIX,17). Ma si può obbiettare che da questa tribù vennero fuori già parecchi personaggi, a cui, come Sansone, ben si possono applicare tali attributi. S’insiste, però, affermando, che San Giovanni, nell’enumerazione che al capitolo VII della sua Apocalisse fa di tutte le tribù d’Israele per dirci che di ciascuna si trovano in Cielo duodecim milia signati, non nomina quella di Dan in vista dell’Anticristo che dovrà da essa uscire. Fu, però, bene osservato che il silenzio di San Giovanni, posto che sia reale, non prova nulla, atteso ché nella maggior parte delle enumerazioni bibliche vi è sempre qualche tribù omessa: ora è quella di Levi; ora quella di Simeone etc…Del resto, non è certo che il silenzio di San Giovanni sia reale e si può pensare col Calmet che quest’apostolo non avesse omesso Dan. Uno dei primi copisti, ingannato dalla somiglianza di Λ con М avrà letto Мαν invece di Δαν e avrà scritto Мαν, abbreviazione di Manasse, che poi sarebbe passata nel testo. L’ipotesi è tanto più plausibile, perché la presenza di Manasse nell’enumerazione dell’Apocalisse non ha ragion d’essere, non essendo questa tribù che una divisione di quella di Giuseppe, il cui nome è menzionato in questo passo.
In merito a ciò, i Padri che ricorsero a questo e ad altri testi biblici per provare l’origine giudaica, o quantomeno danita dell’Anticristo, lungi dal darci la cosa come certa, si servono prudentemente di espressioni dubitative come le seguenti: «Si pensa» (existimatur); «Io suppongo» (ego arbitror)«Si riferisce da qualcuno» (nonulli ferunt); «È riferito» (fertur) ecc…Se, poi, a queste espressioni, le quali denotano opinioni personali piuttosto che una vera tradizione, si aggiunga la mancanza d’unanimità dei Padri, ed anche il fatto storico ed indubitabile che, dopo venti e più secoli, tutte le tribù d’Israele sono tutte confuse in uno scompiglio inestricabile e le genealogie perite, si converrà che – come conviene anche il Lémann – l’opinione secondo l’Anticristo nascerebbe dalla tribù di Dan e dalla razza giudaica è assai discutibile.
Né possono conferirle maggior probabilità argomenti di semplice antitesi come questo di Sant’Ippolito (Oratio de consummat. Mundi) e di parecchi altri scrittori ecclesiastici: «Il Cristo essendo nati dagli Ebrei, anche il suo miglior avversario avrà dunque la medesima origine».
Piuttosto un certo qual valore positivo sembrerebbe avere quest’altro argomento, dedotto da queste parole di Gesù ai Giudei: «Io sono venuto in nome del Padre mio e non mi ricevete; se un altro verrà di propria autorità, lo riceverete» (Ioann V,43). Ma, come già con l’Aquinate osservammo, non è proprio certo che il Divin Maestro che qui alluda all’Anticristo ed è invece più probabile che intendesse accennare in generale ai falsi profeti o messia che sarebbero venuti dopo di Lui, e dei quali parla pure nel suo famoso «Discorso sulle Cose Ultime». E, infatti, poco dopo la sua ascensione, si levò in Samaria un impostore che pretendeva di ritrovare i Vasi sacri del Tabernacolo, sepolti da Mosè sul monte Garizim. I Samaritani, che facevano appunto coincidere questa scoperta con la venuta del Messia, non esitarono a crederlo tale e si raccolsero numerosi attorno a lui, finché non li dispersero i soldati di Pilato.
Poco dopo, sotto l’impertore Cuspio Fado, ne sorse un altro, un certo Teuda, che si spacciava pure per un gran profeta, un nuovo Messia. Centinaia di fanatici già come tale l’adoravano e seguivano. Ma presto furono anch’essi dispersi e il loro preteso dio giustiziato.
A lui seguì un altro Ebreo d’Egitto che riuscì pure a farsi credere il Messia e a raccogliere attorno a sé quattromila dispersi, con i quali si accampò sul Monte degli Ulivi, annunziando che ad un suo cenno non sarebbe più rimasto del Tempio di Gerusalemme, pietra su pietra. Invece, è sul Monte degli Ulivi che non rimase più nessun uomo, perché tutti sbandati ed uccisi dal nuovo procuratore romano Felice.
Intanto in Samaria era tornato a sedurre il popolo con falsi segni ed incantesimi, il famigerato Simon Mago che si faceva passare per la «Grande Potenza di Dio».
A questi primi messia, più o meno nazionali, ne seguirono nel corso dei secoli parecchi, che sebbene stranieri, gli Ebrei non esitarono come tali a riconoscere e venerare, il che prova non solo ognuno da essi ricevuto come il messia non debba essere l’Anticristo, ma come, per venire così ricevuto, non è neppure necessario che provenga dalla loro razza. Infatti, nel Gran Sinedrio, tenutosi a Parigi nel 1807, essi coprirono il nome di Napoleone di elogi e di fiori biblici esclusivamente riservati al Messia. Hanno riconosciuto il messia persino nei famosi princìpi della Rivoluzione francese: «Il Messia è venuto per noi il 28 febbraio 1790 con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo»(cfr. Arch. Israel, a. 1847). A più forte ragionano ai nostri giorni negli uomini della Rivoluzione russa.
Pertanto, l’argomento che siccome l’Anticristo sarà ricevuto e considerato dagli Ebrei come l’aspettato Messia dovrà, quindi, appartenere alla loro razza, non può avere più alcun valore.
Concludiamo, quindi, prudentemente col dire che sebbene da certe interpretazioni bibliche ed opinioni di parecchi Padri è assai probabile che l’Anticristo appartenga alla razza giudaica; tuttavia, potrebbe pure appartenere a quella mongolica, germanica, americana o australiana ecc…Solo l’avvenire scioglierà una tale questione, come pure quell’altra riguardante la sua patria o il luogo della sua nascita.

CONTINUA…
 
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