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Letteratura e massoneria nel '900 italiano

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aragorn88
icon5  view post Posted on 5/4/2006, 15:36




Novecento italiano tra letteratura e massoneria.

Massoni da antologia.


Pascoli e D’Annunzio, Soffici e Quasimodo e Papini... Tra poeti affiliati alle logge e autori adepti dello gnosticismo, la letteratura italiana del ’900 sembra scritta col compasso...


di Roberto Beretta.

Avvenire 22 febbraio 2004.

Scrivere col compasso non è semplice, eppure sembra che una buona metà della letteratura italiana dell'ultimo secolo sia stata vergata proprio con tale scomodo strumento. Grembiulino e mezze maniche. Accademia della Crusca o Loggia del Grande Oriente. Volumi & massoni. Fuor di metafora: può essere interessante fare un censimento di quanti insospettati padri delle patrie lettere abbiano percorso - oltre a quelli accademici - anche i gradi d'iniziazione della Libera Muratoria, accostando alla militanza nei più prestigiosi sodalizi culturali anche l'iscrizione a sette e gruppi più o meno segreti. Proprio una storia esoterica della letteratura italiana del Novecento tenta ora di scrivere (pur con qualche eccesso di ideologia anti-moderna) Paolo Mariani in La penna e il compasso (Il Cerchio, pp. 164, euro 15); o almeno il suo è una sorta di «indice» degli autori più compromessi quanto ad appartenenza a logge massoniche, sette gnostiche, gruppi rivoluzionari.
Giovanni Pascoli, ad esempio, il mite poeta della Cavallina storna e del «fanciullino»: beh, framassone fatto e giurato. Il malinconico Zvanì risulta infatti iniziato alla loggia Rizzoli di Bologna il 22 aprile 1882, quando contava cioè 27 anni; anche se in seguito non pare che lo scrittore abbia reiterato i contatti e sembra anzi che in età più tarda si sia avvicinato alla fede cristiana. Però, secondo Mariani, «di elementi di esoterismo la sua poesia è piena, mentre la sua opera in prosa contiene una vera e propria concezione massonica dell'uomo e della storia», tanto che «esoterismo e gnosi risultano la chiave di lettura più aderente della sua opera anche se, paradossalmente, sono proprio la parte della sua produzione che è sempre passata sotto silenzio»: vedi la conferenza «L'Era Nuova», letta a Messina nel 1899, nonché la raccolta Poemi conviviali (1904) - con la composizione su Ulisse L'ultimo viaggio che è un'ode al nulla - e i meno noti Odi e Inni (1906) o ancora i Poemi del Risorgimento (1913). Tra i poeti esoteristi è senz'altro più scontata la presenza di Gabriele d'Annunzio: iniziato col nome di Ariel alla setta segreta dei martinisti (uno dei riti massonici più elevati) ed eletto honoris causa al 33° grado del Supremo Consiglio della massoneria nel 1920. Se già la sua impresa fiumana fu sostenuta dai Fratelli Muratori, gli echi dell'appartenenza alle logge si sentono ancor meglio nelle opere del Vate, anzi sensi iniziatici sono nascosti in ciò che la critica considera normalmente semplice «orpello prezioso, bizantinismo e retorica». Altro che artefice sommo della parola: i 5 libri delle Laudi (1903-1918), tra cui le famose Alcyone e Merope, sarebbero «una vera enciclopedia dell'esperienza iniziatica... un vademecum per chi si volesse inoltrare nel mondo delle scienze occulte», liberandosi così dal «servaggio» del cattolicesimo.
Se Giovanni Papini rivela egli stesso -nell'autobiografia Un uomo finito (1912) - il passaggio prima della conversione attraverso l'occultismo e l'uso dell'hashish, l'utopia gnostica della palingenesi (distruggere tutto per tutto ricostruire, nuovo e senza peccato) tocca in varia misura autori come Antonio Fogazzaro, Ardengo Soffici, Luigi Pirandello - pur non essendo documentate nei loro confronti particolari affiliazioni esoteriche. Come del resto succede con Antonio Gramsci, il pensatore marxista la cui opera - sempre per Mariani - sarebbe comunque «una espressione della cultura gnostica mondiale» in quanto «in tutti i suoi scritti egli si mostra convinto che il carattere centrale della modernità consiste nello sviluppo del fattore economico e ritiene che proprio agendo su di esso si potrà instaurare il rinnovamento risolutivo della civiltà». L'economia come «succedaneo della salvezza religiosa», fino a raggiungere «il regno della libertà» attraverso il processo dialettico che Marx ed Hegel avevano derivato - guarda un po' - proprio dalla massoneria settecentesca. Torniamo però ai Muratori espliciti. Salvatore Quasimodo lo era, iniziato nel 1922 a soli ventun anni alla loggia «Arnaldo da Brescia» di Licata. Massone era anche il padre e Salvatore ne seguì le orme, anche se più tardi «forse andò "in sonno", non frequentò più le logge»; né risulta che l'amico fraterno e cattolicissimo Giorgio La Pira fosse informato dell'affiliazione.
In ogni caso «la sua opera conserva in molti luoghi lo spirito massonico» e persino nell'assegnazione del premio Nobel nel 1959 non sarebbe assente l'influsso della «fratellanza». Anche nei richiami religiosi - sempre più radi peraltro con l'avanzare degli anni - Quasimodo sembra rifarsi a una divinità ben lontana da quella del cristianesimo, per appagarsi invece in obiettivi umanitari di stampo illuminista. E si arriva infine al contemporaneo Roberto Calasso, «uno degli esponenti più in vista in Italia della gnosi contemporanea». Nel suo saggio La rovina di Kasch «ci troviamo dinanzi a una visione del mondo che si qualifica per il nichilismo e l'implicita affermazione della totale assenza di significato della vita su questa terra»; per Calasso addirittura tutta la società moderna è costruita su una «gnosi», un «complotto», le «società segrete»: «La vita associata di oggi è stata fondata ed è fortemente condizionata anche da fattori di base, e trasversali, di cui la coscienza comune non si rende conto». Un gruppo di iniziati che governa il mondo, e naturalmente anche la letteratura. Sunteggia infatti Mariani la sua ricognizione: «La gnosi, come è stata invadente nella cultura italiana dell'Ottocento attraverso la massoneria, così ha costituito nel secolo successivo una presenza imprescindibile». Forse la dimostrazione da lui fornita non sempre è ugualmente convincente; tuttavia l'indirizzo di ricerca merita approfondimenti. Vuoi vedere che un Grande Architetto si nasconde nelle antologie del liceo?
















 
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view post Posted on 21/8/2015, 13:36
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Visto tutto l complottismo e la disinformazione che trovate in giro sulla massoneria, vi posto l'intervista
che si trova in versione completa a questo link www.milkmilano.com/?p=6016

Domanda: Si dicono tante cose sulla Massoneria. Si dice che serva principalmente per favorire i suoi iscritti nel lavoro, negli affari, anche a scapito di estranei magari più meritevoli; si dice anche che, identificandosi nella P2, sia una associazione di complottisti che vogliono acquisire il potere politico dello Stato, o che, addirittura, attraverso organismi internazionali e sovranazionali, come il gruppo Bilderberg, voglia conquistare il potere su tutto il mondo. Ci può chiarire cosa c’è di vero o di falso in tutto questo?

Risposta: Come forse lei avrà forse già sentito dire, la Massoneria è una istituzione iniziatica; la sua forma ed il suo funzionamento le sono trasmessi tradizionalmente, attraverso il tempo. Essere iniziatica significa che essa esige che i suoi membri siano « iniziati ».

Per iniziazione, intendiamo un meccanismo rituale, fatto di azioni, prove, parole, idoneo a cambiare nella sua essenza la condizione esistenziale della persona che viene iniziata, in modo da permetterle l’accesso ad una nuova prospettiva della vita, in senso, diciamo, conoscitivo, che la renda totalmente « altro », facendola rinascere ad un nuovo status che gli rimarrà impresso per tutto il resto della sua vita.

In buona sostanza, la Massoneria persegue il perfezionamento interiore dei suoi membri, la reintegrazione dei poteri dell’essere umano iniziato, e l’educazione ad usarli in armonia con un Principio Assoluto, un Ente (non una Entità) trascendente (quello al quale le varie religioni danno il nome di Dio o di un Dio Unico), e per il bene dell’Umanità. La Massoneria definisce questo Principio Assoluto col termine di Grande Architetto dell’Universo, ricordandoci che l’etimologia di “architetto” viene dal greco Arké (’ = sostanza primordiale) e Tektòn ( = costruttore).

Nel momento in cui l’iniziato entra a far parte della compagine massonica, gli viene detto che lui è un « fratello » per tutti gli altri, come tutti gli altri sono dei « fratelli » per lui, mentre un attimo prima (ancora bendato) gli è stato chiesto se lui, nel caso che, una volta ammesso, trovasse tra i massoni qualcuno che, per convinzioni politiche e religiose o per altro motivo, lui avesse considerati fino a quel momento un “nemico”, sarebbe disposto ad abbracciarlo ed a considerarlo un fratello; e, senza dargli il tempo di rispondere, gli si fa osservare che la persona che lui considera eventualmente un nemico, essendo presente tra i massoni, ha approvato la sua ammissione ed è pronto ad abbracciarlo come un “fratello”. Dopo di che gli si sollecita la risposta, che, se non dovesse essere positiva, interromperebbe la prosecuzione della cerimonia.

Creandosi, dunque, questo rapporto “fraterno” tra i massoni, è naturale che, se un fratello si rende conto del bisogno di un altro fratello in termini in cui lui può intervenire positivamente, senza necessità di richiesta alcuna, spontaneamente, si prodiga per prestargli aiuto, come farebbe (o dovrebbe fare) per un altro figlio dei propri genitori. Ma essendo anche educati ad una etica molto rigida, i fratelli massoni non devono (o non dovrebbero) mai favorire un fratello a scapito di un profano (parola che significa soltanto “fuori dalla porta, estraneo alla istituzione, senza alcuna valenza denigratoria) che fosse più meritevole di lui per il beneficio di cui si tratta.

Certamente, siamo uomini, e come tali, suscettibili di sbagliare, di interpretare in modo inesatto le norme che devono regolare i nostri comportamenti. Ma appunto per questo noi ci riuniamo continuamente per lavorare a questi aspetti e migliorare ogni giorno di più noi stessi, le nostre qualità.

Quanto ai complotti politici, a livello nazionale (come contestato alla P2) o internazionale (come attribuito agli Illuminati, al Circolo Bilderberg, al Sionismo, tutte entità che con eccessiva superficialità vengono associate, nell’immaginario collettivo alla Massoneria) possiamo dire che la Massoneria autentica disconosce queste entità e contesta la loro commistione alla nostra Istituzione. Purtroppo il termine “Massoneria” non possiede un copyright in nessun Paese del mondo, per cui chiunque, svegliandosi una mattina, decide di fondare una “massoneria”, può farlo impunemente e senza dover pagare a nessuno i diritti d’autore.

La P2 (che significa “Loggia Propaganda” e che prendeva il numero due nel registro delle logge del GOI) ha avuto per un certo tempo una sacrosanta funzione: consentire la partecipazione alla Massoneria di persone che, per motivi di opportunità, non potevano manifestare pubblicamente la loro appartenenza all’Istituzione, neppure agli stessi “fratelli”, in quanto c’era il rischio che qualcuno di essi, per dabbenaggine, distrazione od altro motivo più o meno lecito, potesse divulgarne la notizia. Mi riferisco a persone che, per la loro attività o funzione pubblica hanno il divieto (dovuto a pregiudizi dei loro superiori od a assurde disposizioni normative) di appartenenza alla Massoneria, soprattutto se considerata “società segreta”. Per esempio religiosi di molte chiese, militari delle varie armi, titolari di alti pubblici uffici, ecc.

Ad un certo punto, per un malinteso senso di proselitismo intervenuto in seno al Grande Oriente d’Italia verso la metà del secolo scorso, il numero di appartenenti alla P2 era salito vertiginosamente, essendo stati cooptati molti personaggi pubblici anche poco idonei (per non dire di peggio) agli scopi della Massoneria. Per la gestione di questa pletora di nominativi (una volta i membri della P2 erano solo tenuti a mente dal Gran Maestro che verbalmente li comunicava al suo successore, il che dimostra quanti pochi dovevano essere), nei primi anni ’70 fu nominato “Segretario Organizzativo” della loggia il Fratello Licio Gelli. Questo signore, forse seguendo una sua personale convinzione probabilmente condivisa da altri personaggi di rilievo ma che non rappresentavano comunque l’Istituzione, fece in modo di coltivare, in seno e sotto la copertura della Loggia P2, un gruppo di persone intenzionate (così si disse) a sovvertire la situazione politica dello stato italiano e ricreare un regime assolutistico di tipo militare o para-militare, che fosse stato anche “illuminato”, per il più prospero sviluppo dell’intero popolo italiano.

Ma, come disse una volta Alcide De Gasperi, “la peggiore delle democrazie è sempre migliore della migliore dittatura”, per cui questo progetto ebbe la disapprovazione ed il contrasto di tutta la famiglia massonica italiana che, anche in seno al Grande Oriente d’Italia, decise alla fine di demolire questa loggia e collaborare con le legittime autorità dello stato per bloccarne i propositi sovversivi.

Si evince, dunque, che la P2, nata come legittima loggia di una istituzione massonica, era, per caso e per suo conto, degenerata in un gruppo “politico” sovversivo che nulla aveva a che spartire con i principi e i metodi della autentica Massoneria.

Lo stesso, per quel che è a mia conoscenza (e certamente non sono tra gli ultimi arrivati), può dirsi, di quei gruppi di qualsiasi genere che pretenderebbero di affermare la loro egemonia ed il loro potere su uno o più (o tutti) Stati del mondo, usando da una parte il principio di solidarietà massonica (deformato), e dall’altra il paravento più o meno esplicito di appartenenza alla Massoneria Universale.

Domanda: A proposito, cosa si deve intendere con la definizione di “Massoneria Universale”, forse che intendete estenderla anche agli extraterrestri, agli alieni di tutte le galassie?

Risposta: La battuta è simpaticamente spiritosa. La risposta è no, non pretendiamo tanto. Con l’espressione “Universale” intendiamo dire che la Massoneria non è rivolta alle persone di una sola nazione o di alcune. Essa si rivolge a tutte le persone che abitano il pianeta Terra. Certamente ci saranno persone che, per un secolare bagaglio culturale diverso dal nostro, mal concilieranno i loro radicati principi etici e comportamentali con quelli della Massoneria, anche se essi sono così ovviamente sociali e morali da trovare riscontro in qualsiasi bagaglio culturale che abbia come fondamento la solidarietà umana, l’amore per il prossimo, la pacificazione dei rapporti politici e sociali.

Come abbiamo già detto, la Massoneria non fa questione di religione. Rifiuta soltanto l’ateismo, inteso come negazione di qualsiasi entità che abbia prodotto dal nulla o soltanto ordinato da un primordiale caos l’universo. Anche se la massoneria moderna nasce con una impostazione dichiaratamente cristiana, essa rifiuta qualsiasi dogmatismo relativo a credenze particolari o comportamentali. Essa ha considerato, e in moltissime zone a prevalente cultura cristiana (da non confondere con cattolico-romana) tuttora considera, il cristianesimo nella sua valenza simbolica, al quale unisce anche la storia ebraica del Vecchio Testamento, sempre sotto un aspetto simbolico e non letterale. Ma sotto questo profilo abbraccia anche l’islam che non sia integralista e dogmatico, ed accetta qualsiasi altra credenza o professione religiosa che propugni una vita onesta e pacifica, che spinga alla migliore armonia tra gli esseri umani, alla pace nei loro rapporti, alla solidarietà fraterna tra tutti gli esseri viventi, non esclusi quelli non appartenenti al genere umano, che chiamiamo, giustamente, animali, in quanto dotati, come noi, di un’anima. Che questa sia immortale o peritura, lo lasciamo alle convinzioni di ciascuno. A noi interessa il regolamento della vita così detta “terrena”, cioè contingente ed attuale, lasciando ad altre istituzioni il compito di occuparsi di un eventuale futuro post mortem, di un al di là di premio o di castigo.

Domanda: Che cosa intende lei per Massoneria Moderna? Ne Esiste anche una antica?

Risposta: In effetti, l’istituzione che ha il nome di Massoneria è abbastanza recente, anche se anteriore a quella che si stabilisce usualmente far nascere il 24 giugno 1717, con la creazione della Gran Loggia di Londra, poi diventata l’attuale Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Questa stessa creazione dimostra, peraltro, che le logge massoniche preesistevano ad essa, tant’è che sono quattro logge londinesi preesistenti che la creano. Ma se andiamo ad analizzare la sua essenza iniziatica, possiamo affermare che essa discenda e derivi dalle istituzioni iniziatiche preesistenti che, in ogni parte del mondo, ma, per quel che ci riguarda, nella civiltà circum-mediterranea, sono sempre state fiorenti, anche se le loro tracce storiche iniziano con i Sumeri, e poi, via via con i Fenici, gli Ebrei, gli Antichi Egizi, i Greci, i Romani, i Celti. I Romani le concretano nei Collegia Fabrorum, dai quali discendono nel Medio Evo, le corporazioni di mestiere, prime tra tutte quelle dei costruttori edili (famosi i Maestri Comacini), costruttori soprattutto di edifici sacri nella cui architettura esprimevano anche principi filosofici e teologici ai quali dedicavano appositi studi.

Con la nascita dell’Islam, anche nella civiltà araba alla quale Maometto indirizza la nuova religione, anch’essa derivante dall’ebraismo, come il cristianesimo, nel suo ambito nascono i gruppi iniziatici, che altro non sono che élites di studio e di approfondimento di nozioni attinenti al trascendente, al divino, se vogliamo, di cui l’essere umano ha sempre intuito l’esistenza ed al quale ha voluto dedicare un culto di immedesimazione tra il divino e l’umano.

Tutte queste realtà, costituiscono di fatto le antenate della Massoneria, e, direi meglio, una massoneria antica, dalla quale sostanzialmente discendiamo.

Domanda: Ho rilevato che, nel suo discorso, lei si riferisce sempre a “persone” o ad “esseri umani”. Non si riferisce mai agli “uomini”, come fanno molti massoni. Forse lei vuol farci capire che la Massoneria non è solo appannaggio della parte maschile del genere umano?

Risposta: In effetti lei ha ragione nel richiamare alcuni gruppi massonici che parlano sempre di uomini. Ma dobbiamo distinguere: uomo è l’essere umano, costituito da uomini maschi e uomini femmine. Solo in periodo romano, con l’elevazione della considerazione verso la femmina, questa è denominata “domina”, cioè “padrona, “signora”. In quel periodo nasce, e poi si protrae nel medioevo, la distinzione tra uomo e donna. In passato “homo” era l’essere umano, mentre l’uomo maschio veniva denominato “vir” in contrapposizione a “foemina”.

La massoneria, nella sua nascita effettiva, cioè prima del 1717, appartiene sia agli uomini maschi che agli uomini femmine. Parecchi documenti medioevali ne danno dimostrazione anche in tempi abbastanza recenti. Ma quando i signori inglesi, nel 1717, riformulano le norme da inserire nelle famose Costituzioni di Andersen (1723), riservano il diritto di accesso a “uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona riputazione”. Era pressoché identica alla formula dei clubs londinesi, dai quali le donne erano escluse.

Studi e riflessioni successive hanno convinto numerosi gruppi massonici a modificare queste caratteristiche, limitandosi esclusivamente alle prescrizioni del rituale di iniziazione che esplicitamente richiede che, per essere ammessi, occorre essere “uomini liberi e di buoni costumi”. Chiarito, dunque, il significato di “uomini”, nel senso che esso deve intendersi sia per uomini maschi che per uomini femmine, questi gruppi hanno accettato le donne.
 
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